I CONTROPENSIERI DEL GENERALE
(Barbara Spadini)
Molto scalpore ha provocato, in questi giorni, la pubblicazione sulla piattaforma Amazon del libro "Il mondo al contrario", una raccolta di riflessioni distanti dal politically correct circolante anche in formato pdf su vari siti on line e chat social.
Sembra che il libro abbia in breve tempo scalato le classifiche, ottenendo attenzione di pubblico e media: del resto il generale di divisione Roberto Vannacci, autore del libro, non sembra essere l'ultimo arrivato e basta scorrere i molti articoli dedicati alla sua persona per comprendere essere militare di spessore, uomo delle istituzioni, pluridecorato, colto, poliglotta.
Il fatto di aver assunto posizioni "scorrette" riguardo gay, migranti, femminismo, ecc. ha provocato un'immediata "presa di distanza" delle Forze Armate,la destituzione del generale stesso dal proprio incarico e la richiesta ministeriale di un'inchiesta sul suo operato.
Un polverone di questo tipo, dovrebbe far comprendere quanto involuto sia il concetto di libertà d'espressione in Italia e questo è strano, poichè l'Italia dal 1945 è emula degli USA, peraltro nostri attuali occupanti.
La colonia democratica italiota evidentemente scorda che la libertà d'espressione negli States è garantita dalla legge e dalla costituzione e che è celebre l'idea tutta americana del: "libero mercato delle idee". Non si comprende, quindi, tanto scalpore e dissenso attorno alle opinioni di un libero cittadino di un libero stato - l'Italia, emula degli USA - che pare abbia addirittura la costituzione più bella del mondo, in fatto di liberalità, democrazia, inclusività, ecc., un libero cittadino che si permette di affermare per scritto di non essere d'accordo con la narrazione ufficiale, con le linee dell'unico pensiero, con le posizioni ideologiche e partitiche correnti.
A meno che, ma qui si entra nel campo dell'incerto, vi sia davvero una "regia occulta" sovranazionale che controlli i cittadini del mondo, creando greggi e mandrie di esseri subumani non pensanti, pronti a bersi acriticamente ogni direttiva.
Al di là delle idee espresse, ogni libro dovrebbe creare dibattito democratico e non punizioni. Ogni opinione, purchè espressa in modo educato, andrebbe accettata o non accettata, dando luogo a incontri o scontri di pensiero DEMOCRATICO.
Se è stato accettato che nel corso del funerale di Michela Murgia, in chiesa, si siano alzati pugni comunisti e cantati, invece che salmi religiosi, canzoni partigiane come "bella ciao", senza trovare in tutto questo nessuno spunto critico circa la mancanza di rispetto del luogo e della circostanza, sembrerebbe quantomeno democratico accettare che un generale di divisione che ha servito il suo paese e quindi il sistema istituzionale stesso di quel paese fino a un minuto prima della pubblicazione del suo libro, il minuto dopo non diventi - come è stato scritto - una vergogna per l'esercito e per l'Italia intera.
La pericolosità della censura delle idee in uno stato civile e democratico, come si definisce l'Italia, sa di purghe staliniane, confronto alle quali l'odiato olio di ricino di Benito era una quisquilia.